Pietre preziose, come valutarle

Beni rifugio di diverso colore, peso, taglio e limpidezza, le pietre preziose vengono classificate in base a degli standard specifici che ne definiscono la qualità e il valore sul mercato. Il gemmologo, l’unica figura professionale competente in grado di valutare e rilasciare il Certificato Gemmologico, giudica la bellezza delle pietre in base a criteri oggettivi, seguendo cioè la regola delle 4 C.

La regola delle 4 C

La valutazione delle pietre preziose spetta a esperti gemmologi con una formazione adatta a svolgere questo delicato compito. In base a specifici criteri oggettivi il valore della gemma cambia, così come il suo prezzo sul mercato. Le classificazioni quindi avvengono seguendo ciò che in gergo viene definita come la regola delle 4 C costituita da:

  • Carat (peso)
  • Color (colore)
  • Clarity (purezza)
  • Cut (taglio)

Stima del peso

Il valore di una pietra preziosa dipende sostanzialmente dal suo peso (espresso in carati) e non sempre dalle dimensioni. Ogni grammo corrisponde a 5 ct e in base alle normative commerciali la caratura deve essere riportata con due decimali. Ad esempio: 1,5400 diventa 1,54. Nel caso in cui la terza cifra dovesse essere pari a 9, allora si procede con l’approssimazione per eccesso. Pertanto 1,5490 si trasformerà in 1,55. A parità di dimensioni, ogni gemma ha il suo peso specifico. Il valore, però, è condizionato dalla disponibilità in natura. Rubini, zaffiri, smeraldi normalmente sono reperibili ad un peso basso, motivo per cui il prezzo sul mercato aumenta in modo direttamente proporzionale alle dimensioni. Al contrario, se in natura è facile trovare una gemma di grandi dimensioni il suo valore sarà minore, come nel caso ad esempio del topazio oppure del quarzo. Tuttavia, tali indicazioni possono subire delle alterazioni, motivo per cui i gemmologi si avvalgono di tabelle e manuali attraverso i quali, applicando una semplice formula e con dei fattori di correzione legati alla struttura del taglio e alla forma, stimano la caratura delle pietre preziose.

Analisi del colore delle pietre

Una delle prime caratteristiche di cui gli esperti tengono conto nella valutazione delle gemme è il colore, definito dalla saturazione, dal tono e dalla luminosità. Esso influisce per il 60% sul valore totale della pietra. La definizione di questo standard tuttavia è molto soggettiva. Uno smeraldo, infatti, può essere considerato più o meno pregiato in base alla tonalità di verde e alla saturazione. Esistono però alcune eccezioni: mentre i colori cupi di alcune gemme possono essere indice di scarso valore, per altre l’assenza di saturazione costituisce un pregio che ne aumenta la ricercatezza. Di solito, il colore meno diffuso è il rosso del rubino e dello spinello (attenzione quindi a non confonderlo con i toni degli zaffiri rosa o arancio, certamente meno preziosi).

Esame della purezza

La purezza, o limpidezza, è un altro fattore decisivo nella valutazione di una gemma. Ogni pietra preziosa racconta una storia attraverso dei punti non cristallizzati. È impossibile notarli ad occhio nudo, motivo per cui vengono impiegati degli strumenti di ingrandimento. I minerali più apprezzati, rari e puri, sono senza dubbio quelli che presentano meno inclusioni al loro interno e quindi appaiono più trasparenti. Fanno eccezione le ambre, che al loro interno possono contenere insetti di milioni di anni fa. Ciò le rende rare e pezzi unici. La limpidezza dei diamanti, invece, viene valutata sulla base di una scala di riferimento.

Valutazione del taglio

Le pietre preziose rispondono in maniera differente alla luce e ciò dipende sostanzialmente dal taglio, differente per ciascuna gemma. Quello rotondo è perfetto per i diamanti perché offre una migliore resa restituendo la massima brillantezza. 

Il taglio ottagonale (o altrimenti noto come rettangolare) sfrutta al meglio le proprietà della pietra grezza ed è per questo che è ideale per gli smeraldi. Per dare un valore ad una gemma, bisogna muoverla ed inclinarla. Questa procedura è utile per rilevare lampi di colore brillanti privi di antiestetiche macchie opache.

Altri parametri per valutare le pietre preziose

Le pietre preziose vengono poi valutate anche in base all’origine geografica e quindi dal giacimento da cui provengono. Un esempio sono gli smeraldi colombiani di Muzo in via di esaurimento e per questo motivo considerati molto più pregiati di quelli provenienti dal sud America. Assume inoltre un valore inestimabile lo zaffiro del Kashmir, paragonato per qualità a quello del Ceylon oppure del Madagascar. Anche in questo caso, il prezzo sul mercato lievita perché si tratta di gemme in via di esaurimento.
Sulla base di queste considerazioni, far valutare una pietra preziosa non è di certo un’operazione di poco conto. Per evitare di incorrere in truffe (purtroppo neppure tanto rare) è bene affidarsi alla competenza di maestri gemmologi, le uniche figure professionali in grado di certificare una gemma preziosa con il relativo Certificato Gemmologico, ovvero un documento che attesta l’origine della pietra, la qualità, la bellezza e fornisce altri dati (nel rispetto della famosa regola delle 4 C) che permettono di trarne un giudizio oggettivo.